lunedì 2 febbraio 2009

Bolla

A mezzogiorno e mezzo non si vede ancora una minchia, c’è mare dappertutto, il babbo ha ripreso i comandi ed io mi sono sdraiato sul divanetto di fianco al tavolo da carteggio.
Chiudo gli occhi e con la punta delle dita accarezzo il velluto blu con le ancore in rilievo del cuscino.
Il cuoco è in cucina da una mezz’ora, la radio gracchia qualche notizia sulla pesca di paranza ed il babbo bestemmia sordo contro gli stronzi che usano il canale di emergenza per raccontarsi i cazzi loro.
Mi alzo, guardo la posizione e la rotta sul Loran per dargli un po’ di soddisfazione visto che il comandante non lo caga mai, prendo il binocolo Zeiss e controllo se c’è qualcosa in vista, poso il binocolo, accendo il tergicristallo rotante che è una vera figata e spara le gocce d’acqua centrifugata ad una distanza incredibile.
Struscio i piedi nudi sulla coperta sentendo il liscio del teak e la resistenza morbida della gomma fra un listello e l’altro, mi tolgo una caccola vetrosa dalla narice sinistra la sparo con l’indice tra i flutti.
Empasse totale, non è sgradevole, anzi, è come essere in una bolla e non hai la chiara percezione del tempo.
Sbuca il cuoco con un vassoio imbarazzante di penne all’arrabbiata, il fabbisogno di cibo dell’equipaggio è mostruoso, apparecchio il tavolo togliendo velocemente le carte e gli strumenti e vado a prendere un fiasco di rosso in cucina.
Il babbo inserisce il pilota automatico, che ha l’autostima piu’ bassa del Loran tanto poco è utilizzato, e ci scufunniamo tutto prendendo le penne tra forchetta e pane casomai i carboidrati non fossero abbastanza, facciamo festa al fiasco e parliamo solamente ‘n dialett .
Aiuto il cuoco a sparecchiare, portiamo tutto in cucina e laviamo i piatti, mentre prende il caffè dallo scaffale alto lo colpisco alle costole con un gancio sinistro tanto per fargli il solletico, lui grugnisce e sbuffa aria dal naso mi prende la testa nell’incavo del gomito e mi fa una zuppetta affettuosa in testa, ha due braccia come prosciutti e mentre torniamo ridendo di sopra le orecchie mi scottano come polpette.
Esco dalla timoneria e vado a prua, sul carabottino c’è il sacco della tormentina il fiocco più piccolo, mi ci sdraio sopra e svengo.
Mi svegliano le grida dei gabbiani, siamo sottocosta ma la costa è a dritta non a sinistra come mi sarei aspettato, ho dormito 5 ore e cazzo mi sono perso la Capraia.

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