giovedì 14 aprile 2011

Mouse

Cambusa, che luogo meraviglioso.
Dove si sovrappone l’odore salato delle gallette al dolce dei biscotti svedesi al burro.
Dove aleggiano profumi, dove la vista vaga tra bottiglie e cartoni, il prosciutto in scatola vicino ai wurstel tulip e alla carne montana, là in fondo un bourbon canadese invecchiato mille anni vicino al cognac Martell, il fiasco di chianti con la veste di paglia che rivaleggia in eleganza e rotondità con la pancia del cuoco.
Luogo misterioso, a cui si accede sollevando una botola, che resta nascosto fino a che non accendi la lampadina grigliata a basso voltaggio e allora si svela, come la grotta di Ali Babà, pieno di tesori e di mistero, pepe e noce moscata, tè all’arancia e gelsomino.
E cacche di topo.
Cazzo un topo a bordo e pure in cambusa.
Quanto di peggio puoi avere in barca.
Posto sacro violato da immonda bestiaccia, che si aggira spandendo merda e leptospirosi fra in nostri alimenti, enorme pantegana scura dagli occhi rossi e cisposi che sbavante anela di azzannare la mano protesa a coglier la mela.
Rognoso leviatano che si aggira assetato di sangue e goloso di orecchie umane da rosicchiare nel sonno, orrenda chimera tutta denti e bava, nero di odio e denso di odore, famelico…..
Topino campagnolo piccolissimo e grazioso ed assolutamente inoffensivo che ti affacci da quel miserevole buchino che hai fatto in una scatola di cracker, ma come sei bello?
Scappa di nuovo nel buco e mi scatta il problema morale.
Non posso occultare le tracce troppo a lungo e non lo voglio accoppare, va catturato e sbarcato alla zitta.

Prima sera trappola n° 1: scatola dalle scarpe sorretta da uno stecchino, filo fra stecchino ed enorme pezzo di formaggio Gouda olandese posizionato sotto la scatola.
Risultato: scatola appoggiata a terra, mancano il formaggio e lo stecchino, il filo è sotto la scatola
Conclusioni: il topo è goloso, non usa il filo interdentale dopo cena, preferisce lo scovolino.

Seconda sera trappola n° 2: gabbietta auto costruita con sportello a molla, esca biscotto alla cannella.
Risultato: mezzo biscotto mangiato, sportello chiuso, gabbietta girata sottosopra, enorme cagata assolutamente sproporzionata alle dimensioni dell’animale nei pressi della trappola.
Conclusioni: il topo ha una forza mostruosa, probabilmente diabetico, allergico alla cannella, sicuramente è permaloso.

Terza sera trappola finale: calzino puzzolente lunghissimo del Signor B. riempito con una quantità smodata di pastiglie Valda, il contrasto fra i due odori è impressionante.
Risultato: topo svenuto in fondo alla calza, segni di zampine sul pagliolo della cambusa che compongono le parole “ti ho sempre amato Wilma”
Conclusioni: il topo aveva un’alitosi spaventosa causata dal formaggio Gouda ed era disposto a tutto pur di baciare di nuovo la sua amata.
Conclusioni n° 2: forse devo smettere di entrare in cambusa e scolarmi di notte chinotto e Mirto mescolati.

Prendo comunque il topo nel calzino e lo porto a terra con il gommoncino, lo rianimo massaggiandolo con il pollice sulla pancia, il topino scorreggia ed apre gli occhietti, è caldo e morbido, lo appoggio vicino ad un olivo e lui si arrampica agilmente sul tronco.

Ciao Squibby, salutami Wilma.