Cambusa, che luogo meraviglioso.
Dove si sovrappone l’odore salato delle gallette al dolce dei biscotti svedesi al burro.
Dove aleggiano profumi, dove la vista vaga tra bottiglie e cartoni, il prosciutto in scatola vicino ai wurstel tulip e alla carne montana, là in fondo un bourbon canadese invecchiato mille anni vicino al cognac Martell, il fiasco di chianti con la veste di paglia che rivaleggia in eleganza e rotondità con la pancia del cuoco.
Luogo misterioso, a cui si accede sollevando una botola, che resta nascosto fino a che non accendi la lampadina grigliata a basso voltaggio e allora si svela, come la grotta di Ali Babà, pieno di tesori e di mistero, pepe e noce moscata, tè all’arancia e gelsomino.
E cacche di topo.
Cazzo un topo a bordo e pure in cambusa.
Quanto di peggio puoi avere in barca.
Posto sacro violato da immonda bestiaccia, che si aggira spandendo merda e leptospirosi fra in nostri alimenti, enorme pantegana scura dagli occhi rossi e cisposi che sbavante anela di azzannare la mano protesa a coglier la mela.
Rognoso leviatano che si aggira assetato di sangue e goloso di orecchie umane da rosicchiare nel sonno, orrenda chimera tutta denti e bava, nero di odio e denso di odore, famelico…..
Topino campagnolo piccolissimo e grazioso ed assolutamente inoffensivo che ti affacci da quel miserevole buchino che hai fatto in una scatola di cracker, ma come sei bello?
Scappa di nuovo nel buco e mi scatta il problema morale.
Non posso occultare le tracce troppo a lungo e non lo voglio accoppare, va catturato e sbarcato alla zitta.
Prima sera trappola n° 1: scatola dalle scarpe sorretta da uno stecchino, filo fra stecchino ed enorme pezzo di formaggio Gouda olandese posizionato sotto la scatola.
Risultato: scatola appoggiata a terra, mancano il formaggio e lo stecchino, il filo è sotto la scatola
Conclusioni: il topo è goloso, non usa il filo interdentale dopo cena, preferisce lo scovolino.
Seconda sera trappola n° 2: gabbietta auto costruita con sportello a molla, esca biscotto alla cannella.
Risultato: mezzo biscotto mangiato, sportello chiuso, gabbietta girata sottosopra, enorme cagata assolutamente sproporzionata alle dimensioni dell’animale nei pressi della trappola.
Conclusioni: il topo ha una forza mostruosa, probabilmente diabetico, allergico alla cannella, sicuramente è permaloso.
Terza sera trappola finale: calzino puzzolente lunghissimo del Signor B. riempito con una quantità smodata di pastiglie Valda, il contrasto fra i due odori è impressionante.
Risultato: topo svenuto in fondo alla calza, segni di zampine sul pagliolo della cambusa che compongono le parole “ti ho sempre amato Wilma”
Conclusioni: il topo aveva un’alitosi spaventosa causata dal formaggio Gouda ed era disposto a tutto pur di baciare di nuovo la sua amata.
Conclusioni n° 2: forse devo smettere di entrare in cambusa e scolarmi di notte chinotto e Mirto mescolati.
Prendo comunque il topo nel calzino e lo porto a terra con il gommoncino, lo rianimo massaggiandolo con il pollice sulla pancia, il topino scorreggia ed apre gli occhietti, è caldo e morbido, lo appoggio vicino ad un olivo e lui si arrampica agilmente sul tronco.
Ciao Squibby, salutami Wilma.
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