“ An’ò mai capit prchè I ‘s lavn prima i pè e poi ‘l mus”
“Babbo, è il loro rituale, non so bene come funzioni comunque penso che l’idea sia purificarsi prima di chiedere udienza al loro Dio, per cui per ultima viene sciacquata la bocca che è quella che parla”
“ Ma al’è una cosa cal fa un po’ schif, ma T sen sicur che Moametto è piac tutta ‘sta manfrina”
“Maometto, non Moametto, e comunque lui è il profeta, si rivolgono ad Allah.
Non so casa dirti, non credo che il Dio cristiano abbia stabilito il rituale dell’eucarestia come viene professato in chiesa”
“Am sa che t’à ragion, comunque anche se non è una bella cosa da vder almanc I ‘s lavn”
“Babbo, dai smettila”
“Lo dico sul serio, tutte le religioni hanno regole igieniche e sociali comuni e di buon senso, è l’interpretazione delle regole che mi turba, non magnar un salam a 45 gradi sot al sol, ani vò un genio a capir cal’è una cosa intelligente”
“Già”
Tipica conversazione che accompagna un pranzo.
Il tavolo è stretto e lungo, a me tocca il posto a capotavola incastrato fra la porta e l’albero di maestra, il babbo è di fronte a me e Giulio sul lato lungo.
Stiamo azzannando degli spaghetti all’arrabbiata molto piccanti per cui la conversazione è scivolata sul peperoncino, poi sul cuscus, poi sulla religione, finirà con lo sport o la filosofia, chi può dirlo.
Improvvisamente il comandante fa uno dei suoi numeri preferiti, lo strangolamento a singhiozzo.
Stava cercando contemporaneamente di deglutire, bere un po’ di rosso, attaccare un argomento nuovo e ridacchiare.
Attacco di tosse da MS , un singhiozzo ed il disastro.
Sputa il vino a spruzzo e mi lava, emette suoni preoccupanti basati su un rantolo sordo ed una serie di tentativi di starnuto, diventa rosso paonazzo e si alza in piedi, poggiando le nocche della mano destra sul tavolo piegandosi in avanti.
Cerco di districarmi dalla mia posizione ed accorro in soccorso, provo a dargli dei colpi sulla schiena ma il rantolo continua, lo afferro sotto le ascelle e improvviso una manovra stile Heimlich con non poca difficoltà, ha il torace così largo che non riesco a chiudere bene le mani sotto il diaframma.
Mi sto cominciando a preoccupare quando starnutisce forte e tira un respiro affamato d’aria.
Tutto finito.
Ha tre spaghetti che gli escono dal naso, un capolavoro che non gli era mai riuscito, si ricompone velocemente, puliamo il tavolo, apparecchiamo e passiamo al secondo.
“Bà al er mei se T magnav ‘L CusCus”
“I’m fa acidità”
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I miei figli, cui dico sempre di masticare il cibo, provano spesso a masticare lo yogurt. Mi prendono per il culo. Anche masticare il cus cus dev'essere una bella impresa.
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