lunedì 18 maggio 2009

Robin Hood

“Bà, ma perché la moglie della Ghifa ti aveva preso ad ombrellate?”
In realtà la risposta la so già, ma mentre gli passo gli attrezzi per riparare il generatore Onam provo a distrarlo, così si incazza meno.
Siamo in sala macchine dopo essere rientrati da una gita per l’arcipelago, il termometro sfiora gli ottanta gradi e la riparazione va fatta subito.
Siamo completamente bagnati di sudore, io a torso nudo e lui con la maglietta blu del Galateia che è praticamente nera da tanto che è zuppa.
L’Onam è un piccolo gioiello americano, completamente insonorizzato e piccolo come una valigia, sproporzionato rispetto all’opulenza dei motori teutonici, è in grado di produrre corrente a 12, 24 e 220 volt ed è silenziosissimo.
Peccato che se si guasta non hai spazio per metterci le mani, il babbo sta provando ad estrarre un iniettore e si è spellato tutte le nocche disponibili, l’iniettore rimane al suo posto arroccato come un dattero.
Prova anche la mossa speciale con il dito storto, il generatore se ne fotte.
Ecco, è diventata una cosa personale.
Bestemmia, MS e attacco all’arma bianca, il piccolo mostro reagisce con una chiusura accidentale del portello superiore, lo prendo al volo prima che amputi qualcosa al comandante.
Da qui la domanda.
E la risposta.
“Perché Robin Hood ‘I è ‘na testa ‘d cazz”.
La Ghifa ha da sempre questa passione per appianare i torti, fottere ai ricchi per dare ai bisognosi, ovviamente chi è ricco o bisognoso lo stabilisce lui con la sua inafferrabile logica personale.
Mettiamo che lui decida che hai bisogno di quattro chili di pittura metallizzata fosforescente verde perché ha visto che hai la ringhiera scrostata.
Tu la ringhiera la vuoi cambiare e mettere zincata, ma lui non lo sa o comunque se ne fotte, per cui inizia la catena per arrivare al barattolo.
Di solito inizia con un furto di verdura o un abigeato, poi inizia gli scambi.
Prende la gallina o il cavolo cappuccino e li porta dal meccanico delle bici che gli dà un manubrio rugginoso e un copertone in cambio, lui scambia la mercanzia con Gigi il barbiere gran appassionato di Bartali ed ottiene in cambio un taglio di capelli gratis per un mese a Scassagarretti.
Scassagarretti fà il rivenditore di vino per cui risponde con una serie di fiaschi di morcone imbevibile, due fiaschi li tiene la Ghifa e gli altri dirottano su Giusè il portuale.
Giusè tiene due fiaschi e passa gli altri a suo fratello che lavora all’Azienda Mezzi Meccanici che finalmente ciula quattro barattoli di vernice dal magazzino e li consegna alla Ghifa.
Alla mattina ti ritrovi la vernice sul terrazzo e non sai chi l’ha messa lì, anche se lo immagini, e sei obbligato a pitturare la ringhiera sennò si offende.
Ogni tanto le cose non vanno lisce ed il contadino o allevatore vessato gli cambia i connotati.
La moglie si preoccupa e lui da la colpa al babbo.
“ I’ è stat ‘l comandante, I’ sé girat con un rem ‘n man in mà vist e I’ mà rot ‘l mus”
Al decimo infortunio il babbo è stato aggredito dalla moglie, lui si è scusato e ha detto che sarebbe stato più attento.
Poi è andato dalla Ghifa e gli ha rotto il naso.
Lui è tornato a casa e ha dichiarato di essere scivolato.
Tutte le mattine porta il giornale al babbo, lui gli fa il caffè e commentano le notizie con grasse risate.

3 commenti:

  1. E' semplicemente stupendo. E' per questo che ogni volta che vedo la Ghifa mi commuovo. Bravo!

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  2. Non so chi sia il Ghifa, ma mio babbo lavorava all'AMM (da qui la mia convinzione che fosse un mezzo meccanico), magari conosce Giuse'.

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  3. I mezzi meccanici si conoscono tutti, sono praticamente una setta, si ritrovano periodicamente sotto una gru e brindano con olio lubrificante.

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